Se fate rilevamenti aerei, il GSD o la distanza di campionamento a terra è un termine che vi è familiare. Poiché permette di localizzare correttamente i punti su una mappa, è spesso utilizzata per determinare i confini di un appezzamento di terreno, per mappare la portata di un fiume o per creare un nuovo progetto in 3D.
Che diavolo è la GSD?
La GSD è la distanza tra un punto centrale di due pixel consecutivi. Questa distanza è calcolata e utilizzata nella creazione di mappe topografiche 3D mediante fotografia aerea o fotogrammetrica.
Ogni pixel è importante e può cambiare la situazione quando si prendono decisioni. Un errore di un centimetro può infatti sembrare minore. Tuttavia, se questo errore viene estrapolato in centinaia di migliaia di pixel, verrà creato un grande spostamento con la realtà.
Come viene calcolata la GSD?
Il calcolo della GSD è molto semplice. Occorre innanzitutto conoscere l’altezza e la larghezza del sensore, l’altezza e la larghezza dell’immagine, la distanza focale e l’altezza di volo. Questi dati vengono poi applicati in una di queste due formule, una per l’altezza e l’altra per la larghezza.
Gsdh = altezza di volo x altezza del sensore/ lunghezza focale x altezza dell’immagine.
Gsdw = altezza di volo x larghezza del sensore/ lunghezza focale x larghezza dell’immagine.
Suo utilizzo
Droni permettono di monitorare un cantiere e di determinare le sue dimensioni esatte, i droni sono utilizzati anche per ispezionare cave e miniere a cielo aperto o misurare i volumi di magazzino.
I cartografi sono riusciti ad adottare la tecnologia di mappatura con drone e gli architetti utilizzano la mappatura con drone per creare modelli 3D. E infine la cartografia aerea permette di determinare la proprietà fondiaria.